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03/10/2023

Esame di Stato, in crescita costante il numero dei candidati

Il Presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli con i componenti della Commissione Giovani

Al centro dell'odierna intervista rilasciata dal presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli - e riportata dal quotidiano economico finanziario ITALIA OGGI in edicola questa mattina - l’incremento continuo dei giovani che aspirano a diventare liberi professionisti e l’esito, affatto scontato, dei promossi che raggiunge l’80%


Per il terzo anno consecutivo, il numero degli aspiranti geometri liberi professionisti è in crescita costante: i candidati alla sessione di abilitazione 2023 sono 3.136, con un incremento significativo rispetto ai due anni precedenti: erano 2.962 nel 2022 e 2.335 nel 2021. In un contesto caratterizzato da un generale disaffezione dei giovani verso l’attività professionale il dato è indubbiamente incoraggiante, anche se il numero uno della Categoria, Maurizio Savoncelli, preferisce commentare in maniera prudente: “il tasso medio dei promossi si è attestato attorno all’80% dal 2020, ci auguriamo che si riesca a mantenere una soglia così alta e, con essa, il numero dei potenziali nuovi iscritti all’albo”.    

Le condizioni di partenza ci sono tutte, a cominciare dalla reiterazione di una modalità di svolgimento che lei ha sempre messo in correlazione diretta con il buon esisto dell’esame: unica prova orale svolta esclusivamente a distanza, con inizio il 28 novembre sull’intero territorio nazionale.
La linea indicata dal Ministro  dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara nell’ordinanza ministeriale n.114 del 12 giugno 2023 mi trova completamente d’accordo, ed è il motivo per cui mi sono speso a favore, a lungo e in prima persona, nei luoghi istituzionali deputati alla relativa discussione: a suffragare la correlazione diretta alla quale accenna (metodo di svolgimento della prova di esame e alti tassi di superamento) vi sono, infatti, i dati raccolti e analizzati dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.

La modalità cui fa riferimento è quella adottata durante l’emergenza COVID19, che andava incontro alle esigenze dettate dalla pandemia. Superate queste ultime, perché considera un beneficio mantenere la sola prova orale svolta a distanza, invece che tornare all’impianto tradizionale, strutturato in due prove scritte e una orale, in presenza?
I motivi sono vari, e molto distanti da un giudizio frettoloso, che fa coincidere la semplificazione con la superficialità. In primo luogo, la modalità semplificata è il mezzo per provare a superare una prova di esame ormai obsoleta, concepita nel 1986, e pertanto disallineata rispetto alle abilità e alle conoscenze maturate dalla generazione dei Millennials. In secondo luogo, la dimensione virtuale dello svolgimento della prova di esame è di gran lunga più connaturata a quella dei nativi digitali, consentendo loro di vivere a proprio agio la dimensione logistica ed emotiva della prova d’esame. In terzo luogo, l’assistenza e il supporto tecnico garantiti dagli uffici del nostro ente di rappresentanza istituzionale di categoria, congiuntamente alle segreterie dei collegi provinciali, favoriscono un clima d’esame sereno e confortevole. Tutti fattori che, messi a sistema, contribuiscono al superamento dell’esame di abilitazione. 

Da questo punto di vista, la reiterazione di una disciplina per sua natura transitoria sarebbe funzionale all’adozione di una modalità di prova di esame per l’abilitazione finalmente più moderna. 
Non solo moderna, ma anche e soprattutto “calata” all’interno del contesto reale nel quale andranno ad operare i candidati, decisamente più sfidante e affascinante di quello descritto nelle prove di esame tradizionale, dove ancora si fa riferimento a concetti e metodologie operative del tutto superate dallo sviluppo della tecnologia al servizio della professione. 

In che modo il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri laureati intende perseguire questo obiettivo?
Muovendoci all’insegna dello spirito di collaborazione che contraddistingue i geometri, ci siamo fatti promotori, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, della proposta di istituire un tavolo tecnico partecipato da tutte le categorie coinvolte nella medesima tipologia di esame per l’abilitazione all’esercizio della libera professione (oltre ai geometri e geometri laureati, gli agrotecnici e agrotecnici laureati, i periti agrari e periti agrari laureati, i periti industriali e periti industriali laureati), con l’obiettivo di fornire contributi metodologici per giungere alla definizione di prove più attinenti al contesto lavorativo attuale, prevendendo ad esempio interventi in tema di efficienza energetica, sostenibilità ambientale, qualità del costruito; utilizzo di strumenti digitali in luogo di strumenti manuali (squadrette e altro); la valorizzazione della tecnicalità del candidato. 

Lungo questa via sarà possibile, a suo avviso, rendere minimo il gap tra il numero degli abilitati e quello degli iscritti all’albo?
Svecchiare le prove di esame di abilitazione è un corollario della più generale riforma del percorso di accesso, avviato dalla Categoria nel 2016 con la presentazione di una proposta metodologica (accolta nel disegno di legge “Disciplina della professione di geometra e norme per l'adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali”) di una laurea triennale professionalizzante e abilitante, focalizzata esclusivamente sulle conoscenze e competenze necessarie per esercitare la professione di geometra nell’attuale contesto lavorativo (e culturale), caratterizzato da coordinate quali la sostenibilità, l’edilizia green, l’accessibilità, la prevenzione dei rischi idrogeologici. Oggi, quella proposta si è concretizzata nella laurea triennale professionalizzante e abilitante “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”, al suo esordio nell’anno accademico 2023/2024 in 22 atenei, a copertura dell’intero territorio nazionale. La sfida, per la Categoria, è rendere fisiologica la scelta di questo percorso accademico per i giovani che concludono il quinquennio dell’istituto tecnico Costruzioni, Ambiente e Territorio (e non solo), coltivando l’ambizione di essere protagonisti della transizione ecologica e digitale, destinataria di una larga parte dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

 

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