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20/02/2024

2024, sono 120 i nuovi tecnici qualificati per affrontare il gas radon 

Si è conclusa lo scorso 16 febbraio 2024 l’ultima edizione del corso di formazione in “Esperto in interventi di risanamento gas radon”, un’attestazione ottenuta da 120 nuovi tecnici che hanno superato la prevista verifica finale


Il titolo che viene acquisito - con l’obbligo di aggiornamento periodico - consente al professionista di progettare un intervento di mitigazione per il gas radon. Una specializzazione che oggi conta complessivamente 600 esperti, annoverati tutti nell’apposito elenco degli specialisti predisposto dall’Associazione Nazionale Donne Geometra – Esperti in Edificio Salubre e pubblicato sul sito del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (clicca QUI).

In occasione del raggiungimento di questo importante obiettivo, ripercorriamo le tappe di questa attività grazie al contributo editoriale elaborato da Paola Allegri, presidente dell’Associazione Donne Geometra, corredato da un prezioso visual fotografico.

 

di Paola Allegri

Per mitigare il gas radon e tutelare la salute delle persone nei luoghi di lavoro, ricreativi e nelle proprie abitazioni, il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha operato all’istante per formare in Italia il maggior numero di tecnici che possono progettare un intervento di mitigazione per il gas radon. Un’iniziativa promossa in collaborazione con l’Associazione Nazionale Donne Geometra – Esperti Edificio Salubre e con l’ausilio dei Collegi Provinciali Geometri e Geometri Laureati, in risposta alla normativa vigente e al Piano Nazionale Radon - DPCM 11 gennaio 2024, in Gazzetta Ufficiale n. 43 del 21 febbraio 2024.

Il radon è un gas radioattivo presente in natura rilasciato dal decadimento dell’uranio 238. Tutte le rocce e i terreni lo contengono, alcuni più di altri come, ad esempio, il granito, l’arenaria e il calcare. Può viaggiare nel sottosuolo e contaminare gli edifici dalle fondazioni, l’acqua ed i materiali da costruzione. In molte aree il gas radon è presente in elevate concentrazioni e la sua presenza negli edifici dove viviamo e lavoriamo può esporci nel lungo periodo, aumentando il rischio di sviluppare il cancro ai polmoni. 

Le particelle di radon sono molto sottili e il nostro corpo non le rileva; quindi, a differenza delle particelle di polvere che ci fanno tossire, il radon viene respirato in profondità e assorbito dal nostro organismo senza che ce ne accorgiamo. Il radon dà una dose di radiazioni alfa, che ha molta energia, danneggiando le cellule che possono sviluppare crescite tumorali. 

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si registrano ogni anno 3.500 decessi per il cancro del polmone, attribuibili al gas radon che rappresenta la seconda causa di morte dopo il fumo di sigaretta. Per ridurre questo rischio il legislatore ha modificato il decreto 101/2020 con il decreto n.203/2022 in vigore dal 18 gennaio 2023, e ha introdotto una serie di condizioni nel settore edilizio.

I nuovi edifici, a far data dal 1.1.2025, dovranno essere progettati incorporando precauzioni contro il radon, prevedendo l’isolamento dell’edificio dal suolo per assicurare concentrazioni sotto i 200 Bq/mc, con la raccomandazione di evitare l’uso dei materiali da costruzione contenenti radionuclidi negli ambienti di vita; queste indicazioni risultano già recepite da molte Regioni e dai regolamenti edili locali. Per gli edifici esistenti le concentrazioni dovranno essere sotto i 300 Bq/mc, con l’obbligo nei luoghi di lavoro di monitorare periodicamente la presenza del radon e intervenire con opere di mitigazione laddove siano stati riscontrati livelli oltre la soglia stabilita. 

Per verificare la presenza del gas radon occorre eseguire delle misurazioni con i dosimetri passivi, dei piccoli rilevatori da procurarsi presso i lavoratori accreditati, oppure le Agenzie di Protezione Ambientale e l’Enea. Questi vengono posizionati nell’edificio per due semestri. Il laboratorio procederà alla lettura e rilascerà una certificazione. 

Se l’edificio ha un alto livello di radon, ci sono modi per combatterlo, tra cui:

A)TECNICHE PASSIVE

Sigillatura di fessure ed intercapedini o Isolamento della struttura; 
Ventilazione naturale del locale interrato/seminterrato; 
Ventilazione naturale del vespaio o del terreno sotto la soletta contro terra.

B)TECNICHE ATTIVE

Pressurizzazione/depressurizzazione del suolo/vespaio; 
Ventilazione meccanica dei locali (pressurizzazione dell’intero edificio).

Le tecniche di risanamento più efficaci sono quelle appartenenti alla classe degli interventi di depressurizzazione attiva del suolo, tra i quali rientrano le tecniche di “depressurizzazione attiva sotto soletta” ed il “pozzo radon”. Questa tipologia di interventi è caratterizzata da elevate efficienze di risanamento che raggiungono fino al 90% di mitigazione e costituiscono una misura molto efficace per i livelli di radon particolarmente elevati (anche oltre 2000 Bq/m3).

Per queste attività è obbligatorio rivolgersi ad un “Esperto in interventi di risanamento gas radon” regolarmente iscritto all’Albo (geometri, ingegneri, architetti, periti abilitati alla progettazione edile), munito di un attestato di qualifica per aver seguito un corso di 60 ore con una verifica finale ed obbligato ad aggiornarsi periodicamente. Dopo un attento sopralluogo sarà in grado di prevedere e progettare un intervento di mitigazione per il gas radon.

In base a quanto dettato dal programma stabilito dalla normativa, con il corso nazionale promosso e organizzato dall’Associazione Nazionale Donne Geometra – Esperti Edificio Salubre, sono stati formati recentemente ulteriori 120 tecnici, che hanno ricevuto l’attestato di qualifica per operare nel territorio nazionale.

La consapevolezza dell'importanza di proteggersi dall'esposizione al gas radon è fondamentale per la prevenzione del cancro ai polmoni, per rendere sicuri e salubri gli edifici a tutela della salute pubblica in generale.