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angle-left Possiamo essere i motori della ripresa: conoscenze, consapevolezza e lungimiranza il nostro vantaggio competitivo

Possiamo essere i motori della ripresa: conoscenze, consapevolezza e lungimiranza il nostro vantaggio competitivo

Gli interventi ammessi al superbonus al 110% inseriti del decreto “Rilancio” consentono di ridurre drasticamente le spese di gestione di un immobile e farne aumentare il livello di sicurezza e  il valore di mercato; di abbassare la soglia di consumo energetico e di elevare quello dell’attenzione ecologica: su questi temi i geometri – “professionisti del territorio” per eccellenza – devono assumere la responsabilità di informare  e sensibilizzare i cittadini, mettendo in evidenza il ruolo sociale che ciascuno di loro può svolgere all’interno di un progetto di grande rinascita nazionale 

di Maurizio Savoncelli

Presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati

Il “Next Generation EU” annunciato lo scorso 27 maggio dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non è solo uno strumento di Recovery Fund per arginare la crisi economica senza precedenti scatenata dalla pandemia di Covid-19: è una proposta di futuro sostenibile, green e digitale.

Il Piano - che sarà sottoposto all’approvazione degli Stati membri a metà giugno – è fortemente ambizioso e senza precedenti; mette sul tavolo una dotazione complessiva di 750 miliardi, dei quali 172,7 destinati all’Italia: 81,8 in aiuti a fondo perduto e 90,9 in prestiti, secondo le stime del Policy Forum di Algebris.

Ad uno sforzo economico di tale portata deve corrispondere un analogo sforzo di programmazione: l’emergenza richiede risposte immediate, ed è vitale che le indicazioni fornite dall’Italia in merito ai piani di utilizzo delle risorse si possano subito tradurre in progetti concreti. 

Le misure previste dal Governo nel decreto “Rilancio” in materia di eco bonus e sisma bonus vanno in questa direzione: entrambi garantiscono una detrazione fiscale al 110%, il primo per interventi di efficienza energetica, il secondo di riduzione del rischio sismico. A corollario, una serie di interventi strutturali correlati (clicca QUI), unitamente alla possibilità di ampliare la platea dei beneficiari: arriva da più parti il pressing al Governo per estendere il beneficio anche alle seconde case monofamiliari e ai soggetti che svolgono attività d’impresa, arte e professione. 

Sulla possibilità che una politica di rafforzamento degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza del patrimonio immobiliare esistente, pubblico e privato, possa trasformarsi in un volano economico (da 20 miliardi di euro, secondo le stime di ANCE) la Categoria si esprime da anni, tanto in occasione di audizioni parlamentari quanto in progetti di sensibilizzazione, in partnership con i più autorevoli stakeholder di settore: ultima, in ordine di tempo, la campagna di comunicazione  “Eco e Sisma Bonus”, promossa dalla Filiera delle costruzioni della quale fanno parte ANCE, i Consigli nazionali di ingegneri, architetti, geometri e geologi, Legambiente, ANACI, OICE, ISI e Federcostruzioni.

Un “amarcord” che vuole stimolare una riflessione al nostro interno e, al contempo, indicare una via di sviluppo unica, per la Categoria e per il Paese.

Il modello di crescita economica basato sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente – un modello di edilizia sostenibile sul quale l’Italia vuole e deve investire, assieme alla sanità e all’innovazione digitale – assegna ai geometri un ruolo da protagonisti: tra i profili tecnici di riferimento, sono quelli  che vantano maggiore prossimità e fidelizzazione con i cittadini – gestiscono abitazioni, beni ereditari e condomini, solo per fare qualche esempio – e sono quindi in prima fila per  informare e sensibilizzare le famiglie sull’opportunità e la convenienza a realizzare gli interventi ammessi all’eco bonus e al sisma bonus, più altri contestuali: installazione di centrali termiche ad alta efficienza, coibentazione dell’involucro dell’edificio, sostituzione di infissi, eccetera.

Tutti interventi, vale la pena sottolinearlo, che consentono di ridurre drasticamente le spese di gestione di un immobile e farne aumentare il livello di sicurezza e il valore di mercato; di abbassare la soglia di consumo energetico e di elevare quello dell’attenzione ecologica.

Impegnarsi in questa direzione non è un’opzione ma l’unica via possibile per il rilancio della professione, e non solo perché “aiuti e sussidi non dureranno per sempre”, come ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un passaggio della Relazione annuale sul 2019.

L’emergenza sanitaria ha reso drammaticamente evidente la correlazione tra pandemie, cambiamenti climatici ed eccessiva urbanizzazione, ma di certo non l’ha rivelata per la prima volta, anzi: da tempo numerosi soggetti sono impegnati a contrastarne le conseguenze negative, orientando il proprio agire verso forme di economia circolare e sostenibilità ambientale. 

Tra questi vi sono indubbiamente i geometri, che dal palcoscenico di Expo 2015 e passando poi per varie edizioni di Made Expo, B(uild) SMART!, Saie, RemTech, Ecomondo, si sono fatti apprezzare dai cittadini e dagli stakeholder come figure professionali di riferimento negli interventi di riqualificazione energetica e rigenerazione urbana, leve strategiche della sostenibilità ambientale.  

Questi ed altri temi sono stati al centro della “Relazione programmatica del 45° Congresso Nazionale di Categoria” (clicca QUI), svoltosi a Bologna lo scorso novembre: una narrazione che, lungi dall’essere profetica, rende evidente come la direzione oggi indicata dal Governo per la ripresa – rigenerazione e riqualificazione urbana, digitalizzazione e smart city, ma aggiungerei anche recupero dei borghi e agricoltura 4.0 – sia già stata identificata come l’unico futuro possibile del lavoro e, in particolare, della professione. 

I geometri – più di altri profili tecnici - possono essere artefici di questo futuro possibile: mai come oggi c’è bisogno delle loro competenze, della loro lungimiranza e della loro capacità di innescare comportamenti virtuosi sul territorio, nella collettività, tra i cittadini. 

Di questo ruolo e di queste possibilità dobbiamo esserne consapevoli, e agire per trasformare la crisi in opportunità, con coraggio, determinazione e una sana spavalderia: il futuro della professione è questo, e coincide con il futuro del Paese.

In conclusione, un’ultima esortazione.

Il processo al quale siamo chiamati a partecipare sarà lungo, oltre che complesso e impegnativo; sarà il lavoro non dei prossimi anni ma dei prossimi decenni. Per portarlo a termine nel migliore dei modi facciamolo diventare un progetto intergenerazionale: coinvolgiamo i giovani, ascoltiamo le loro idee, diamo fiducia alle loro competenze e al loro entusiasmo, del quale abbiamo tutti bisogno.