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Decreto sisma, RPT: “Ennesima occasione persa per la ricostruzione”

In merito al decreto sisma, Rete Professioni Tecniche lancia l’allarme. Il testo che, completato l’esame degli emendamenti, passa ora alla Camera, non prevede alcun meccanismo migliorativo per imprimere una svolta capace di sbloccare l’iter burocratico per la ricostruzione, rischiando così di rimanere ancora una volta bloccata da cavilli e lungaggini

Il testo di conversione in legge del decreto legge 24 Ottobre 2019 n. 123, che ha come obbiettivo dare disposizioni urgenti per l’accelerazione alla ricostruzione post sisma del Centro Italia, è stato licenziato per passare ora alla Camera dove però non si prevedono le modifiche invocate visto il carattere d’urgenza.

Durante la discussione del testo originario, denuncia in una nota la Rete Professioni Tecniche, erano state segnalate diverse criticità e sulla scorta delle reali esperienze dei professionisti avute in questi anni, era stato prodotto un testo che conteneva oltre 20 emendamenti, i quali costituivano una proposta che aveva lo scopo, pur nel marasma burocratico della ricostruzione, di individuare una soluzione praticabile e necessaria. Nessuno di questi emendamenti è stato però accolto.

“Si è sbandierata come ‘la svolta’ – si legge nella nota - il fatto che l’accelerazione si dovesse produrre attraverso l’autocertificazione dei progetti redatti dai professionisti, consegnando, di fatto, a questi ultimi ulteriori responsabilità in una situazione resa immobile e confusa dal quadro legislativo generale che si è concepito in questi anni. Tale immobilismo non è responsabilità dei professionisti che per contro si sono sempre resi disponibili fin dal primo decreto terremoto”.

Se non ci fossero stati questi impedimenti, spiega la Rete Professioni Tecniche, le pratiche di ricostruzione sarebbero state già presentate. Non sarà l’autocertificazione proposta nel decreto a risolvere la situazione visto che questa si può applicare esclusivamente agli interventi senza accolli per i cittadini. Dunque uno strumento di fatto inutilizzabile a meno di una radicale trasformazione delle regole burocratiche di approvazione dei progetti.

Il rammarico dei rappresentanti di tutti i professionisti che operano nel settore è quello che il legislatore abbia pensato di dare impulso alla ricostruzione senza ascoltare coloro che sono deputati a presentare e amministrare le pratiche.

“Sempre meno professionisti sono disposti a lavorare nelle pratiche sisma – si legge nella nota RPT -  dal momento che non percepiscono compensi da tre anni, tutto questo in un quadro generale in cui il settore delle costruzioni è in ginocchio, l’economia delle regioni colpite è a picco e lo spopolamento delle aree interne appare sempre più un fenomeno irreversibile. Non si dica poi che non l’avevamo detto”.

C’è tempo fino al 24 dicembre per modificare il testo prima di convertirlo in legge. Le Rete si appella con forza a Governo e Parlamentari affinché le proposte avanzate vengano finalmente accolte. “In caso contrario - conclude la nota - occorrerà prendere atto che non interessa il parere dei professionisti ma soprattutto le esigenze delle popolazioni colpite dal sisma, in lunga attesa di riavere le proprie abitazioni”.

 

QUI il comunicato stampa RPT