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31/01/2023

Il punto sul nuovo Codice dei Contratti pubblici

In questi ultimi giorni si sono sommati l’uno all’altro i diversi momenti istituzionali che, in merito al nuovo testo del Codice dei Contratti, hanno visto protagonisti gli esponenti delle categorie tecniche del nostro Paese

 

In rappresentanza del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati - all’udizione convocata dalla VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati - è intervenuto il consigliere Antonio Acquaviva. Nella stessa seduta erano presenti i portavoce dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), di FINCO (Federazioni INdustrie Prodotti impianti servizi ed opere specialistiche per le COstruzioni), dell’OICE (associazione delle Organizzazioni di Ingegneria e Consulenza tecnico Economica), di Autostrade per l’Italia, di AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori). 

In relazione allo schema di decreto legislativo del codice dei contratti pubblici, il consigliere Antonio Acquaviva ha subito posto in evidenza “il carattere transitorio della Legge 120 del 21/6/2020 e, in particolare, l’istituzione del Collegio Consultivo Tecnico prevista all’articolo 6. In questo ultimo passaggio - ha precisato - è stata esclusa nella composizione dell'organismo la figura del geometra libero professionista e, soprattutto, tale norma è stata riportata tale e quale nell’impianto oggetto dell’audizione. Tutto questo - ha aggiunto - malgrado l’abilitazione e la competenza ex lege della figura tecnica del geometra a dirigere le opere pubbliche per conto della pubblica amministrazione. Questa decisione è una palese limitazione che, oltre modo, riduce le possibilità di accesso al mercato del lavoro dei liberi professionisti” (QUI la clip dell’intervento).

L’esposizione è stata accompagnata da un documento di sintesi che è stato depositato. All’interno del fascicolo, una tabella che riporta il raffronto fra il testo così come previsto dallo schema licenziato dal Consiglio di Stato e il contenuto da integrare includendo, oltre alla figura del geometra, anche la figura del geologo, entrambi quali esperti in materia di lavori pubblici. 

Fra i partecipanti invece a una conferenza stampa, sempre in merito al nuovo codice dei contratti e nuovamente alla Camera dei Deputati, è intervenuto per il Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Casale Monferrato il presidente Giovanni Spinoglio, con il ruolo di Coordinatore Rete Professioni Tecniche Piemonte. All’incontro hanno partecipato l’On.le Alessandro Giglio Vigna, presidente della commissione politiche dell’Unione Europea e l’On.le Alberto Gusmeroli, presidente della commissione attività produttive; per le altre categorie tecniche erano presenti l’architetto Raffaele Fusco, vice coordinatore RPT Piemonte, il geologo Marcello Bonini, Segretario RPT Piemonte, l’ingegnere Giorgio Sandrone, Coordinatore Gruppo Lavori Pubblici RPT Piemonte, l’architetto Maria Cristina Milanese, presidente Ordine Architetti di Torino. L’appuntamento è stato moderato da Cristina Del Tutto, direttore di Radio Parlamentare. Per il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati era presente il consigliere Livio Spinelli.

Nel corso del suo discorso Giovanni Spinoglio ha dichiarato: “siamo perfettamente consapevoli che ci troviamo di fronte a una sfida epocale per il sistema economico e sociale del nostro Paese; per questo motivo, vogliamo mettere a disposizione del Legislatore l’esperienza tecnica di oltre 40mila professionisti del Piemonte, che svolgono l’esercizio delle proprie attività da decine e decine di anni”. “Lo schema di decreto legislativo approvato dal Governo - ha aggiunto - con i suoi 229 articoli e 36 allegati, rappresenta la struttura portante di una revisione complessiva del sistema degli appalti pubblici, così come viene delineato già dal PNRR, incentrato sulla riduzione e razionalizzazione dei tempi di realizzazione delle opera pubbliche e sullo snellimento delle procedure burocratiche”. “Su questo ammodernamento dell’insieme e all’informatizzazione che ne consegue, esprimiamo un giudizio positivo che plaude, in particolare, alla digitalizzazione e alla interoperabilità delle piattaforme digitali, al ciclo di vita dei contratti pubblici. Ciononostante, abbiamo ravvisato – ha concluso - il rischio di un impoverimento complessivo della progettazione, che per accorciare i tempi di esecuzione potrebbe non garantire l'impatto dell’opera sul territorio, non assicurare il completamento dell’impegno aprendo una spirale di contenzioso dannoso per la PA. In poche parole: non possiamo rischiare di darci un obiettivo e poi di non avere gli strumenti adatti per poterlo raggiungere” (QUI la clip dell’intervento e l’intervista a Radio Parlamentare).  

La delegazione di Rete Professioni Tecniche Piemonte ha inoltre presentato un documento che consente al Legislatore un’agile fruizione delle proposte correttive (clicca QUI). 

Con lo scopo statutario di rappresentare tutti i professionisti tecnici Italiani, infine, è intervenuta in più occasioni la delegazione Rete Professioni Tecniche, guidata dal Coordinatore Armando Zambrano. Per il Consiglio nazionale Geometri e Geometri Laureati ne ha fatto parte il consigliere Antonio Acquaviva. Rete Professioni Tecniche ha seguito scrupolosamente tutto l’iter di approvazione del testo avanzando numerose proposte, non del tutto recepite (clicca QUI per consultare il documento con tutte le osservazioni e le proposte emendative RPT). 

Sebbene sia condivisibile nei principi ispiratori, il nuovo Codice dei Contratti contiene alcuni elementi che non funzionano e vanno corretti. Non è accettabile, ad esempio, il ricorso illimitato all’appalto integrato; questo deve essere limitato alle progettazioni complesse caratterizzate da un alto contenuto tecnologico. In caso contrario verrà persa la centralità del progetto attualmente in capo alle stazioni appaltanti, che perseguono interessi pubblici”. Così Domenico Condelli, consigliere del Consiglio Nazionale Ingegneri ha sintetizzato i contenuti dell’audizione Rete Professioni Tecniche (RPT) e CNI presso la Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo relativo al codice dei contratti pubblici. 

Secondo il Coordinatore RPT Armando Zambrano, inoltre, “nel precedente codice il ricorso all’appalto integrato era stato limitato. Il nuovo testo purtroppo ne consente il ricorso illimitato. In questo modo diventa complicata l’attività di controllo da parte della PA con la conseguente scarsa valorizzazione del progetto che perde la sua centralità. Se a ciò si aggiunge la tendenza a trasferire all’interno delle stazioni appaltanti la progettazione, ne deriva un quadro nel quale la progettazione non ha il rilievo che meriterebbe”. La posizione dei tecnici sull’appalto integrato ribadisce questa formula “è utile in alcuni casi, per gli appalti più complessi, ma non deve diventare una pratica generale, perché non determina una riduzione di tempi e di costi”. 

Altro tema affrontato, fra i principali, è stato l’equo compenso. “In linea col principio - ha spiegato Condelli - è necessario il richiamo ai servizi di architettura e ingegneria e, di conseguenza, all’obbligo di utilizzo dei parametri di riferimento per la determinazione degli importi da porre a gara anche per eliminare, una volta per tutte, inaccettabili episodi di gare che prevedono la prestazione gratuita da parte dei professionisti”.