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13/12/2022

Ischia, i professionisti tecnici chiedono un piano pluriennale di interventi

I professionisti tecnici ritengono sia necessario attuare un piano pluriennale che preveda sempre di più l’impiego di risorse dedicate alla realizzazione di interventi di tipo strutturale, cioè opere ed interventi di sistemazione e di consolidamento delle frane, utili ad evitare che i fenomeni si verifichino, si riattivino o finalizzati a mitigarne gli effetti

 

I recenti avvenimenti di Ischia dimostrano che nessuna regione italiana può più considerarsi al riparo rispetto al problema del dissesto idrogeologico. Negli ultimi venti anni, infatti, si sono registrati numerosi eventi che hanno interessato anche aree geografiche non particolarmente esposte rispetto alle conoscenze scientifiche note. Non solo, l’ultimo Rapporto ISPRA del 2021 traccia una mappa del rischio idrogeologico del nostro Paese che vede crescere le aree interessate rispetto all’anno precedente: circa il 94% dei comuni italiani è a rischio e circa 8 milioni di persone vivono in territori a rischio molto elevato per frane e alluvioni. Uno scenario così vasto e complesso impone dunque la messa in campo di una strategia integrata di azioni di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico.

Imprescindibile e urgentissimo, dunque, “il supporto agli enti locali, in particolare ai comuni, per la redazione e l’aggiornamento dei piani di protezione civile e per la istituzione dei presidi territoriali. Soprattutto, in considerazione del fatto che, secondo i dati della Protezione Civile aggiornati allo scorso luglio, circa 1.000 comuni, su un totale di 8.051, risultano sprovvisti di un Piano di Protezione Civile”. Questa la priorità evidenziata dalla Rete Professioni Tecniche e dal Consiglio Nazionale Geologi, che sono stati ricevuti in audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nell’ambito della discussione sul D.l. 186/2022 sugli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia.

I professionisti tecnici ritengono sia necessario attuare un piano pluriennale che preveda sempre di più l’impiego di risorse dedicate alla realizzazione di interventi di tipo strutturale, cioè opere ed interventi di sistemazione e di consolidamento delle frane, utili ad evitare che i fenomeni si verifichino, si riattivino o finalizzati a mitigarne gli effetti. Ad integrazione servono azioni e interventi non strutturali, mediante i quali contribuire significativamente alla prevenzione delle conseguenze dei dissesti ed operare una corretta gestione del rischio idrogeologico. Rete Professioni Tecniche fa riferimento all’aggiornamento e approfondimento continuo dei Piani di Assetto Idrogeologico e di Gestione delle Alluvioni, all’adeguamento della Pianificazione Urbanistica Comunale, alla redazione ed attuazione dei Piani di Protezione Civile, all’informazione alla cittadinanza, alla manutenzione estensiva del territorio.

Tra le azioni strategiche non strutturali di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico a cui andrebbe data immediata attuazione nei territori colpiti dagli eventi franosi dell’Isola d’Ischia – Rete Professioni Tecniche e Consiglio Nazionale Geologi precisano in una nota – c’è senza dubbio il Presidio territoriale che consiste nell’attività di monitoraggio osservativo del territorio operata da parte di tecnici esperti attraverso l’osservazione diretta e in tempo reale, dell’evoluzione dei fenomeni in atto e dell’insorgenza di fenomeni precursori potenzialmente pericolosi per la pubblica e privata incolumità. Tale attività, garantendo il monitoraggio osservativo del territorio nel tempo reale a supporto delle fasi operative previste nei piani di emergenza comunali, costituisce una delle azioni più efficaci di adattamento ai cambiamenti climatici per finalità di protezione civile e di tutela delle persone”.

Tra le proposte operative l’urgenza di giungere alla codificazione del cosiddetto “Fascicolo digitale delle costruzioni” per raggiungere un più elevato livello di affidabilità delle costruzioni mediante la raccolta organica di informazioni urbanistiche, catastali, edilizie, impiantistiche, strutturali, geologiche, prodotte dai professionisti e in possesso della pubblica amministrazione. “Lo strumento – dicono i professionisti tecnici - aiuta la prevenzione del pericolo idraulico, del pericolo idrogeologico, del pericolo sismico nonché altre sorgenti di rischio e concorre alla messa a punto di forme di classificazione e riduzione del rischio”.

 

Foto di Ricardo Gomez Angel su Unsplash