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Le scuole, presidio strategico di resilienza: dai Campi Flegrei una lezione nazionale
L’esercitazione Discussion Based Exercise (DBX) tenutasi a Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida Bacoli il 28 maggio scorso non è stata una semplice simulazione, ma un banco di prova per un’idea di scuola che va ben oltre l’ordinaria funzione educativa: un ambiente consapevole del proprio ruolo strategico nelle fasi di emergenza, capace di decisioni rapide, fondate e condivise, a tutela della collettività. In questo articolo, a cura del vice presidente CNGeGL Ezio Piantedosi per DIAC – Diario Infrastrutture Ambiente Costruito, viene approfondito questo aspetto e non solo
di Ezio Piantedosi, vice presidente Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
Il terremoto del 13 maggio 2025 ha riacceso l’urgenza di dotare i territori – in particolare quelli ad alta vulnerabilità come l’area flegrea – di modelli operativi solidi, capaci di integrare prontezza tecnica e sensibilità gestionale. L’incontro tra la Protezione Civile nazionale, le amministrazioni locali, la Prefettura di Napoli, i dirigenti scolastici e la Struttura Tecnica Nazionale (STN) ha offerto una rara occasione di confronto multilivello.
Il primo dato che emerge è l’efficacia dell’esperienza già sperimentata sul campo: i dirigenti scolastici, pur in assenza di una cornice normativa vincolante, hanno adottato comportamenti virtuosi, dimostrando senso di responsabilità e capacità organizzativa. Eppure, proprio questa occasione dimostra quanto sia indispensabile fornire loro un riconoscimento formale, rendendo la procedura oggi diffusa sotto forma di una circolare parte integrante del sistema nazionale di Protezione Civile.
Ma non basta. L’assenza di linee guida operative per eventi sismici notturni lascia scoperto un nodo critico: cosa succede se il terremoto avviene di notte? Chi e come certifica la sicurezza degli edifici prima dell’ingresso degli studenti? È ora di colmare questa lacuna con indicazioni chiare e attuabili.
L’efficacia di una procedura, infatti, non risiede soltanto nei suoi aspetti tecnici, ma nella sua accessibilità e replicabilità. Per questo è stata condivisa la necessità di strumenti operativi semplici e chiari: vademecum, checklist grafiche, tutorial. La stessa formazione dei dirigenti deve includere aspetti di comunicazione, leadership in emergenza e gestione del panico, oltre alla conoscenza delle norme.
Particolarmente apprezzata la riflessione sulla comunicazione con le famiglie: messaggi precompilati, modelli digitali attivabili rapidamente, trasparenza dei flussi informativi. In uno scenario ad alta densità emotiva, la qualità della comunicazione incide direttamente sulla fiducia nel sistema.
La documentazione fotografica degli edifici prima e dopo un evento sismico è un altro strumento potentissimo, a condizione che sia regolamentato da criteri condivisi. Non si tratta solo di “fare foto”, ma di costruire prove, tutelare ruoli e supportare valutazioni future.
La visita ai plessi scolastici nel pomeriggio ha tradotto in realtà quanto discusso nei tavoli: un esempio concreto di sinergia tra professionalità diverse, con un unico obiettivo: garantire sicurezza agli studenti, fiducia alle famiglie, legittimità ai decisori.
Il messaggio emerso con più forza ha messo in evidenza che le scuole sono il primo presidio sociale anche in emergenza. Devono essere messe in condizione di svolgere questa funzione con strumenti, norme e supporti adeguati.
L’esperienza dei Campi Flegrei ci restituisce una certezza: la scuola, se adeguatamente preparata e integrata nel sistema di Protezione Civile, può essere non solo un luogo sicuro, ma una risorsa strategica per la resilienza dei territori. Da qui dobbiamo ripartire. E dobbiamo farlo adesso.
QUI l’articolo pubblicato su DIAC – Diario Infrastrutture Ambiente Costruito