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29/07/2022

Obiettivo: rinnovare le skill

Al centro dell'odierna intervista, rilasciata dal presidente CNGeGL Maurizio Savoncelli al quotidiano economico - finanziario ITALIA OGGI, torna il corso di laurea triennale, professionalizzante e abilitante, con l’auspicio che nelle agende programmatiche di tutti gli schieramenti elettorali trovino spazio politiche finalizzate a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di chi oggi ne è maggiormente escluso: i giovani e le donne

 

Si amplia il numero degli atenei che offrono ai propri studenti i percorsi di studio previsti dalla classe di laurea LP01 “Professioni tecniche per l’edilizia e il territorio”, che abilitano alla professione di geometra laureato: ultima arrivata, in ordine di tempo, l’Università degli Studi di Pavia (fondata nel 1361, è tra le più antiche in attività). Introdotti dalla prorettrice alla didattica Silvana Rizzo, dinanzi ad una platea di esponenti locali e nazionali del mondo politico e imprenditoriale (tra gli altri, il sindaco Mario Fabrizio Fracassi e il presidente provinciale di Ance Alberto Righini), unitamente ai rappresentanti di 16 collegi provinciali dei geometri di Lombardia e Piemonte guidati dal presidente del Consiglio Nazionale Maurizio Savoncelli, i coordinatori Andrea Penna (docente di Tecnica delle costruzioni) e Vittorio Casella (docente di Geomatica) hanno presentato il corso di laurea triennale “Tecnologie Digitali per le Costruzioni, l’Ambiente e il Territorio” (TeDCAT), ponendo l’accento sugli aspetti che maggiormente lo caratterizzano: la vocazione professionalizzante e abilitante e il forte orientamento alla digitalizzazione.

 

Presidente Savoncelli, l’ateneo pavese scommette sulle professionalizzanti e lo fa cominciando dalla cosiddetta “laurea del geometra”: per la Categoria, è più una soddisfazione o una responsabilità?

La soddisfazione è indubbiamente grande, ma ammetto che in questo caso la strada era decisamente in discesa: il primo corso di riferimento per la figura del geometra laureato, “Costruzioni e Gestione del Territorio”, è partito nell’anno accademico 2016/2017 a Lodi, grazie alla collaborazione (allora autenticamente sperimentale) tra il Collegio provinciale guidato da Renato Piolini, l’Istituto Tecnico Economico e Tecnologico “Agostino Bassi” di Lodi diretto dall’ex Preside Corrado Sancilio, l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ed è indubbio che gli ottimi risultati conseguiti in termini di iscrizioni e di successiva spendibilità del titolo nel mondo del lavoro hanno rappresentato una buona prassi da seguire in Lombardia e in tutta Italia.

 

Rimane, quindi, la responsabilità.

Che è anch’essa grande, perché ciò che appare con sempre maggiore evidenza è che questa “scommessa” è motivata da una richiesta forte, precisa, che parte dai territori, di figure tecniche intermedie con solide competenze in settori strategici quali l’efficientamento energetico, il monitoraggio del territorio e delle infrastrutture, la sicurezza sul lavoro, la mediazione, la gestione e la valutazione immobiliare. Settori che, in tutta evidenza, chiamano direttamente in causa l’agire professionale del geometra. O meglio, di una figura di geometra sulla quale il Consiglio Nazionale ha fortemente investito, soprattutto in termini di formazione e confronto inter/multidisciplinare: un professionista capace di coniugare le competenze tradizionali (in primis estimative e catastali) con quelle più innovative e con una forte componente tecnologica: penso, ad esempio, a tutto ciò che ricade nell’ampio perimetro dell’edilizia sostenibile, della riqualificazione del patrimonio immobiliare, del monitoraggio e della gestione del territorio e dell’ambiente, dell’agricoltura 4.0.

 

Nel corso della presentazione di TeDCat è stato sottolineato varie volte come le lauree professionalizzanti possono contribuire a ridurre significativamente il divario tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro.

Dirò di più: le lauree professionalizzanti nascono con l’obiettivo dichiarato di favorire l’occupabilità dei laureati in tempi rapidi, grazie soprattutto ad una considerevole attività di tirocinio pratico-applicativo presso strutture esterne quali ad esempio gli studi professionali, sulla base di specifici accordi con i collegi territoriali. In tal modo, l’auspicato bilanciamento tra discipline di base e insegnamenti caratterizzanti è reale, e quindi vantaggioso tanto per chi cerca quanto per chi offre le competenze richieste dal mercato.

 

Che sono, appunto, digitale e ambiente, soprattutto se applicati all’edilizia: quelle sulle quali punta il Paese per tornare a crescere ed essere competitivo.

È innegabile che focalizzarsi su questi percorsi di studio equivale a mettere una seria ipoteca su un futuro professionale soddisfacente anche dal punto di vista economico, il che consentirebbe di contribuire ad invertire non solo trend noti quali la disoccupazione giovanile (salita al 23,8%, secondo i dati Istat di aprile 2022), il numero dei laureati (l’Italia, con il 28% di giovani laureati, è al penultimo posto in Europa, superata solo dalla Romania e ben al di sotto della media del 41%) e quello dei Neet (i giovani connazionali che non studiano e non lavorano sono il 25,1%: 1 su 4, il dato peggiore in tutta la UE ), ma soprattutto quello relativo ad un fenomeno che, a mio avviso, è tanto preoccupante quanto sottostimato: il calo demografico. Secondo i recentissimi dati diffusi da Confcommercio, a inizio 2022 la popolazione italiana si è ridotta di 824mila unità rispetto al 2019, un ulteriore “passo” in direzione di una forte contrazione dell’economia, con gravi implicazioni per la sostenibilità del debito pubblico e dell’intero sistema di welfare. A pesare su questa progressiva perdita di capitale umano, l’assenza di politiche finalizzate a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di chi oggi ne è maggiormente escluso: i giovani, oltre alle donne. L’auspicio è che il tema trovi ampio spazio nelle agende programmatiche di tutti gli schieramenti elettorali, puntellando così gli sforzi sinergici di collegi, istituti scolastici, atenei e territori.

 

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