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angle-left Gli studenti di Verona ricostruiscono in 3D un monastero dell’anno mille
01/06/2022

Gli studenti di Verona ricostruiscono in 3D un monastero dell’anno mille

L’antichissimo santuario della Madonna della Corona acquisisce una nuova ricostruzione in 3D degli ambienti, corredata da un rilievo topografico che mette a disposizione moderne planimetrie, elaborati grafici, piante e sezioni mai esistiti. La straordinarietà dell’operazione, però, non si limita all’applicazione delle tecnologie più innovative nell'esecuzione, bensì nel coinvolgimento fattivo delle future generazioni di geometri di Verona

 

Questo progetto – sottolinea Fiorenzo Furlanipresidente del Collegio Geometri di Verona – ha rappresentato per i ragazzi una speciale occasione esperienziale e un importante momento di crescita, entrambi svolti direttamente sul campo, in cui hanno potuto utilizzare strumenti e metodologie di ultima generazione. Un’iniziativa che, nel pieno spirito della categoria ha permesso di mettere le nostre competenze a disposizione, nel rispetto dei valori di un ruolo tecnico da sempre al servizio della collettività. In particolare, questa ricostruzione ha consentito agli studenti di misurarsi praticamente con quanto finora appreso a scuola e permetterà il futuro recupero di un luogo sacro, rappresentando il primo passo per ripristinare l’Ostello del Pellegrino del santuario della Madonna della Corona. A settembre, infatti, si proseguirà con la stesura di una riqualificazione complessiva dell’antico sito”.

Gli studenti delle due classi quarte dell’istituto tecnico Cangrande della Scala di Verona, indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio, che hanno potuto partecipare a questa esclusiva attività sono stati 33. Sono stati seguiti dai docenti di Topografia Aldo Romanelli e Enrico Ballottari e dagli esperti del Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Verona: Luca Marchi, responsabile commissione Catasto e Topografia del Collegio che ha guidato i rilievi con il collega professionista Daniele Madella. Tutti insieme hanno generato una nuvola di punti che ha interamente ricreato i circa 300 metri quadri dei 3 piani del santuario incastonato nella roccia e situato a ridosso di uno strapiombo di circa 775 metri che si affaccia sulla Val d’Adige (QUI per info storiche). 

Ragazzi, professori e geometri professionisti dotati di laser scanner e droni hanno incluso anche il rilievo dello spazio esterno, in vista di una futura riqualificazione che ne ripermetterà l’uso per le tende, ripristinando la vocazione all'ospitalità del luogo conosciuto storicamente come Ostello del Pellegrino. Ultimate anche le misurazioni della “gabbiola”, un ambiente che fuoriesce dalla roccia, da cui con un argano venivano calati i materiali da costruzione dell’epoca, prima della realizzazione dell’attuale strada. Un meccanismo di cui si servì persino Papa Pio X per raggiungere il santuario a fine ‘800.

 

QUI il comunicato stampa 

QUI l'articolo de L'Arena