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Il ruolo del Coordinatore della Sicurezza
Il Consigliere CNGeGL Antonio Mario Acquaviva parteciperà alla 19° edizione del Salone “Ambiente e Lavoro”, in programma dal 15 al 17 ottobre prossimi a Bologna. Nel corso del tradizionale appuntamento dedicato alla sicurezza sul posto di lavoro e, in particolare nell’ambito del seminario ANMIL “La sicurezza negli appalti: dal nuovo Codice al c.d. ‘sblocca cantieri’”, il suo intervento sarà incentrato sul ruolo del Coordinatore della Sicurezza
Senza alcun distinguo di posizione o ruolo, il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza mette in pericolo chi opera. Un dato di fatto che nelle piccole imprese, colpisce il titolare quanto i suoi dipendenti, senza escludere il libero professionista che esercita in modo autonomo. E fra i settori più a rischio, l’edilizia segue l’agricoltura, secondo i dati messi recentemente a disposizione da Inail (QUI l’articolo).
Anche per tale ragione, il Consigliere CNGeGL Antonio Acquaviva sarà presente all’importante appuntamento con il 19° edizione del Salone “Ambiente e Lavoro” e prenderà parte al seminario dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro (Anmil) “La sicurezza negli appalti: dal nuovo Codice allo Sblocca Cantieri”. A lui abbiamo chiesto di anticiparci alcuni temi.
Il raffronto tra il numero degli occupati nel settore edile e quello degli infortuni e i decessi “di comparto” registrati nell’ultimo decennio denuncia un sistema incapace di fornire risposte efficaci in termini di tutele. Cos’è che non funziona?
Le intenzioni del Legislatore sono ottime, ma non sempre raggiungono gli obiettivi auspicati. Mi riferisco all’evidente asimmetria tra la robusta articolazione del quadro normativo del Decreto Legislativo 81/2008 con quello del Codice degli Appalti pubblici: un impianto che configura una condizione di responsabilità permanente nel cantiere del Coordinatore della Sicurezza. Praticamente un deus ex machina, a cui è assegnato il delicato compito di valutare i rischi e di esercitare la vigilanza dell’adozione delle misure di sicurezza. Un compito che mal si concilia con la possibilità effettiva di sovrintendere continuativamente all’osservanza delle misure acclarate e che stride clamorosamente con il compenso professionale, ben lontano dall’essere considerato “equo”.
Si riferisce alle gare al ribasso che riguardano gli onorari professionali?
Certo. Se da una parte infatti, gli oneri diretti ed indiretti sulla sicurezza per la realizzazione delle opere sono giustamente esclusi dal ribasso d’asta, per l’evidente finalità di non comprimere le tutele di sicurezza, dall’altra non si comprende perché il ribasso d’asta debba investire l’onorario del Coordinatore di Sicurezza. Paradossalmente proprio il soggetto cui il Legislatore assegna la responsabilità di assicurare la valutazione dei rischi (Piano di Sicurezza) e la vigilanza esecutiva per il rispetto delle misure di sicurezza del cantiere (qual è il Coordinatore dell’Esecuzione) viene indebolito già nella fase di scelta del professionista a cui riconoscere un equo compenso per la sua prestazione così importante e delicata.
C’è quindi una difficoltà oggettiva a conciliare lo snellimento previsto dal cosiddetto Sblocca Cantieri e le esigenze legate alla sicurezza?
Il Codice degli Appalti, e le recenti norme di modifica del Decreto “Sblocca Cantieri”, nell’intento volitivo di conseguire modelli di semplificazione e accelerazione delle procedure di affidamento ed esecuzione dei pubblici appalti, non sembrano aver posto nella simmetrica attenzione il rispetto delle tutele di sicurezza per i lavoratori addetti nella realizzazione delle opere. In special modo in una condizione di più agevole praticabilità in materia di subappalti. Il cuneo in cui è più facile individuare l’allentamento dell’adempimento della sicurezza per i lavoratori.
La Categoria dei Geometri è da sempre in prima linea sul tema della Sicurezza dei Cantieri. Quali sono le proposte che porterà alla Fiera di Bologna?
Prima di tutto porre attenzione al rispetto delle tutele di sicurezza per i lavoratori addetti nella realizzazione delle opere. Poi investire nella formazione degli Organi Ispettivi dello Stato: ad oggi, il rapporto dei funzionari addetti alla vigilanza rispetto al territorio di competenza e al numero di cantieri da monitorare è semplicemente sconcertante. Così si scommette sulla statistica favorevole alla violazione delle norme per l’improbabilità di essere sottoposti alle ispezioni da parte dell’Autorità Pubblica, a tutto svantaggio della rigorosa osservanza delle misure di sicurezza. Tra i costi della sicurezza dovrebbe esserci anche un contributo (in funzione dell’importo del valore dell’opera pubblica) da corrispondere agli Organi Ispettivi dello Stato (ASL, Ispettorato del Lavoro) per potenziare il capitale umano in termini di unità addette, ma anche per la formazione del personale.
QUI l’abstract del suo intervento
QUI la sua relazione